MILANO: Fr4nkenste1n – Bisogna sapere uccidere quando è necessario, a cura di Nicola Salmoiraghi

By La Redazione|7 Ottobre 2023|Senza categoria|0 comments

Due interessanti proposte di Teatro di prosa, “alternative” ai più togati circuiti meneghini, si sono avute a Milano nel giro di una settimana, ed entrambe a firma registica di Davide Garattini Raimondi, regista già ampiamente affermato nel campo della lirica.

La prima, al Teatro Out Off, una produzione in collaborazione con BarabiTTeatro, è stata Fr4nkenste1n, la seconda, al Teatro Umanitaria, Bisogna sapere uccidere quando è necessario, in questo caso una proposta interamente di BarabiTTeatro.

 

Teatro Out Off, 30 settembre 2023


photo©Alessandro Villa

Fr4nkenste1n, di cui Davide Garattini Raimondi ha curato la drammaturgia, è ovviamente ispirato al testo di Mary Shelley, condensato in una stringatissima e serrata rilettura di un’ora, che non lascia fiato per graffiante intensità e impatto drammatico. Cinque i personaggi (assai bravi tutti gli attori, Stefano Cecchetti, Nicola Ciulla, Alessandro Gautiero, Paolo Carlo Alberto Gramegna e Cecilia Uberti Foppa) e da qui i numeri interpolati nel titolo: uno scienziato-creatore e 4 creature diversamente disturbate. In un “non luogo” caratterizzato dal suggestivo sfondo pietroso dell’Out Off, che potrebbe essere una clinica per malattie mentali, un carcere, il sotterraneo di un palazzo, i ruoli delle 4 creature, che poi sono una sola, continuano a interesecarsi con quello del creatore, in uno spietato e disperato gioco al massacro, in cui a un certo punto non si capisce più chi sia chi e forse non è importante. Le creature non sono nulla senza chi le ha “messe al mondo” e viceversa chi ha dato loro vita, pur volendosene liberare e distruggerle, non può in realtà farne a meno.

photo©Alessandro Villa

Al termine, quando smessi i panni bianchi e asettici ognuno veste i colori del rosa e dell’azzurro (una speranza?) l’unica donna, madre e creatrice per eccellenza abbandonerà il frutto del suo parto, in una coazione a ripetere. Ed è un pretesto per rivolgersi anche ai testi di altri autori, come Pasolini, che aveva previsto il livellamento attuale per cui lo scontro generazionale genitori-figli praticamente non esiste più, dal momento che i padri (e le madri) vogliono sentirsi ed essere più “figli” di quanto non sia la loro prole.

photo©Alessandro Villa

Davide Garattini Raimondi ha costruito uno spettacolo che si trasforma in ring delle emozioni e della coscienza con mano sapientissima e un ritmo teatrale coinvolgente, che non lascia spazio a compromessi e consolazione. I loro volti, che potrebbero essere i nostri, suscitano pietà e paura, e in che misura una sensazione superi l’altra non è dato comprendere.

photo©Alessandro Villa

Hanno contribuito all’ottima riuscita (Teatro stracolmo e successo vibrante), il consulente alla drammaturgia Raúl Iaiza, i costumi di Stefania Parisini, gli Oggetti di scena di BarabiTTeatro e il suggestivo gioco luci pensato dallo stesso Garattini.

photo©Alessandro Villa

 Teatro Umanitaria, 5 ottobre 2023


photo©Alessandro Villa

Bisogna sapere uccidere quando è necessario, invece, è liberamente tratto dal testo potentemente visionario e crudele di Agota Kristof Il Grande Quaderno, per il Fringe Festival Milanoff, sempre con regia, come si è detto, di Garattini Raimondi e come protagonisti Alessandro Gautiero e Paolo Carlo Alberto Gramegna, già apprezzati in Fr4nkenste1n, e che anche in questo caso si dimostrano all’altezza della situazione, impegnati a dar corpo, voce e “viscere” ai due bambini su cui è imperniata la vicenda,  ma sono di volta in volta più di un personaggio: la madre il padre, la nonna, la vicina di casa, la ragazza dal labbro leporino, un soldato, con un semplice cambio di accessorio o diverse inflessioni della voce.

photo©Alessandro Villa

Un paese in guerra (quale? Quando? Dove? Non ha importanza), i bombardamenti devastano la Grande Città e la madre porta i suoi due gemelli in salvo nella Piccola Città, affidandoli alla custodia della sua di mamma, la nonna arpia e anaffettiva. La vita sarà durissima, senza affetto e senza sentimenti; la guerra arriverà anche lì, lo straniero occuperà il Paese liberandolo ma in realtà asservendolo ad una terribile dittatura. I due gemelli imparano a crescere con durezza e cinismo, trasformandosi in piccoli mostri a loro volta, e in assassini. Sì, perché come ha detto la nonna “Bisogna sapere uccidere quando è necessario”.

photo©Alessandro Villa

E loro lo faranno, uccideranno tagliandole la gola la vicina di casa che ha visto morire la figlia, la ragazza dal labbro leporino, morta in seguito alla violenza sessuale (in realtà  quasi ricercata e voluta dalla ragazza in odor di ninfomania) di una dozzina di soldati invasori, ed è rimasta sola; “aiuteranno” la nonna ad andarsene dopo un secondo colpo apoplettico; appenderanno al soffitto, dopo averli ripuliti, gli scheletri della madre, uccisa da una granata e sepolta nel giardino della nonna quando era tornata a riprenderli per portarli via con sé, e della bambina che aveva avuto nel frattempo da un altro uomo, e, infine, con la scusa di dargli una mano ad attraversare clandestinamente il confine, useranno il padre tornato dalla guerra come apripista, facendolo saltare su una mina, per rendere il passaggio più sicuro per loro; uno fuggirà, uno resterà a casa della nonna; diventati adulti, diventati feroci, diventati come il mondo li ha fatti diventare, straziati, feriti e soli.

photo©Alessandro Villa

Di questa scabrosa e difficile materia, sorretto dai suoi bravissimi attori, Davide Garattini Raimondi ha ricavato un racconto teso e drammaticissimo (anche in questo caso poco più di un’ora di durata); palcoscenico vuoto, luci inquiete, una cassa che si apre ed è tutto; forziere, tomba, bara, porta… mele che cadono dalla stessa e invadono il palco e i pochi gradini che lo separano dalla platea; i frutti della vita, i morsi della morte. Teatro di parola lacerante e che scava dentro, nell’abisso che potenzialmente ognuno porta dentro e non vuole vedere. Anche in questo caso lavoro teatrale eccellente, accolto dai calorosi applausi del pubblico presente alla “prima”.

photo©Alessandro Villa

Due lavori che dimostrano, oltre al talento del regista e degli attori che vi hanno preso parte, come Milano possa offrire scampoli di Teatro importante anche al di fuori dei più noti e togati cartelloni, a testimonianza di una vitalità culturale che va coltivata, tutelata e incentivata.

photo©Alessandro Villa

Nicola Salmoiraghi

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