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{"id":289,"date":"2023-11-10T15:59:26","date_gmt":"2023-11-10T14:59:26","guid":{"rendered":"http:\/\/cdp.iteatridellest.com\/?p=289"},"modified":"2023-11-11T12:29:46","modified_gmt":"2023-11-11T11:29:46","slug":"milano-il-misantropo-moliere-9-novembre-2023-a-cura-di-nicola-salmoiraghi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/cdp.iteatridellest.com\/2023\/11\/10\/milano-il-misantropo-moliere-9-novembre-2023-a-cura-di-nicola-salmoiraghi\/","title":{"rendered":"MILANO: Il misantropo – Moli\u00e8re, 9 novembre 2023 a cura di Nicola Salmoiraghi"},"content":{"rendered":"
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\u00a0Teatro Franco Parenti, 9 novembre 2023<\/strong><\/p>\n\n
Dopo un debutto di rodaggio, mesi fa, sulle tavole del Teatro della Pergola a Firenze, \u00e8 approdato al Teatro Franco Parenti di Milano l\u2019attesissimo Misantropo<\/em> di Moli\u00e8re.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Attesissimo sia per la regia di Andr\u00e9e Ruth Shammah, nume tutelare del Parenti, e il ritorno alla prosa, dopo tanti successi meritatamente ottenuti sui palcoscenici lirici internazionali, di Luca Micheletti, baritono, attore, regista, traduttore; artista eclettico a 360 gradi.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Il Misantropo<\/em>, che vide la luce della scena nel 1666, ritrae la malinconica, dolorosa, complessa figura di Alceste: uomo volontariamente isolato dal resto della societ\u00e0 del suo tempo (che poi \u00e8 il nostro, la natura umana non cambia), di cui rifiuta l\u2019ipocrisia, la falsit\u00e0, l\u2019opportunismo, il dire una cosa di fronte per pensarne un\u2019altra alle spalle; il suo bisogno estremo di sincerit\u00e0 sia quel che sia, lo porta a mettersi nei guai, ad inimicarsi potenti e cortigiani; ama una donna, disperatamente, C\u00e9lim\u00e8ne, che \u00e8 invece la summa dei difetti che lui odia: civetta, maldicente, frivola e calcolatrice.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Anche lei lo ama, ma non \u00e8 disposta a rinunciare al proprio essere, al proprio modo di vivere, alle regole del mondo che la circonda, sbagliate che siano. Alceste ha anche un amico, l\u2019unico, Philinte, che razionalmente capisce le ragioni di Alceste ma cerca di indirizzarle con saggezza verso un quieto vivere fatto di disincantata accettazione del mondo cos\u00ec com\u2019\u00e8. Dietro la gelosia di Alceste verso C\u00e9lim\u00e8ne si cela quella reale che Moli\u00e8re provava per la propria consorte, al quale il personaggio \u00e8 in un certo senso ispirato. Alla fine Alceste, abbandonato da tutti, anche da Philinte che trover\u00e0 una compagna nella dolce Eliana, rester\u00e0 solo in compagnia unicamente della propria ferita ma incrollabile intransigenza.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Andr\u00e9e Ruth Shammah<\/strong> ci restituisce un teatro classico e moderno al tempo stesso (\u201cse questo testo \u00e8 attuale, e lo \u00e8, non c\u2019\u00e8 bisogno di modernizzarlo; non occorre portare Moli\u00e8re verso di noi, sta a noi elevarci a lui<\/em>\u201d, ha affermato Shammah). La traduzione in versi, in rime settenarie, ottimamente resa da Valerio Magrelli, con la collaborazione della stessa regista e di Micheletti, dapprima ha un effetto straniante, ma subito si entra nel meccanismo del crudele gioco di societ\u00e0 che rappresenta; e le parole si fanno cos\u00ec musica, densa di significato.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
La regia della Shammah \u00e8 vitale, energetica, brillante; i movimenti degli attori sono curati (con la collaborazione di Isa Traversi<\/strong>) come in un fluido scorrere di danza, in un flusso continuo di entrate e uscite calibrate al millimetro e sempre con senso narrativo e drammatico.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Margherita Palli<\/strong>, un monumento vivente della scenografia teatrale, che gli dei ce la conservino, ha creato un impianto che riproduce la Sala prove Testori, dove questa produzione del Misantropo<\/em> \u00e8 nata e ha preso vita, e i personaggi sono cresciuti e, guardandosi negli occhi, si sono riconosciuti. Bellissimi, nel loro controcanto cromatico, i costumi secenteschi di Giovanna Buzzi<\/strong>, e ben calibrate le luci di Fabrizio Bellini<\/strong> e le musiche di Michele Tadini<\/strong>.\u00a0 Uno spettacolo visivamente accattivate e concettualmente pregnante, da vedere. Anche perch\u00e9 parla di noi, sempre, come tutti i capolavori fanno.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Nel cast domina la personalit\u00e0 carismatica e vocale (che timbro bello, caldo, avvolgente, pastoso, non ti stancheresti mai di ascoltarlo) di Luca Micheletti<\/strong>, che rende magistralmente la personalit\u00e0 sfaccettata, introversa, tormentata e anche ammantata di indifesa tenerezza di Alceste. Non c\u2019\u00e8 gesto, inflessione, espressione del volto che non abbia una sua ragione. Bravissimo.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Non gli \u00e8 inferiore Angelo Di Genio<\/strong>, Philinte accorato e ironico, sensibile e cinico ad un tempo, in perfetto dosaggio di tempi teatrali e modulazioni insinuanti, varie nei toni e nelle intenzioni.<\/p>\n
Molto bravi, nei loro ritratti, Corrado D\u2019Elia<\/strong> (Oronte) e i marchesi di Filippo Lai<\/strong> e Vito Vicino <\/strong>(rispettivamente Citandro e Lacasta).<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Nel comparto femminile lodi per la vaporosa e manipolatrice C\u00e9lim\u00e8ne di Marina Occhionero<\/strong>, per la dolce Eliana di Maria Luisa Zaltron<\/strong>, e, in particolare, per l\u2019aguzza e ambigua Orsina di Emilia Scarpati Fanetti<\/strong>.<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Completavano adeguatamente la locandina Andrea Soffiantini<\/strong> (Basco), Pietro De Pascalis<\/strong> (Du Bois), Francesco Maisetti<\/strong> (Guardia) e Matteo Delespaul<\/strong> (Secondo servitore)<\/p>\n
photo\u00a9Filippo Manzini<\/p><\/div>\n
Pubblico plaudente e soddisfatto al termine. Si replica sino a inizio dicembre.<\/p>\n
\u00a0Teatro Franco Parenti, 9 novembre 2023 Dopo un debutto di rodaggio, mesi fa, sulle tavole del Teatro della Pergola a Firenze, \u00e8 approdato al Teatro Franco Parenti di Milano l\u2019attesissimo Misantropo di Moli\u00e8re. Attesissimo sia per la regia di Andr\u00e9e Ruth Shammah, nume tutelare del Parenti, e il ritorno alla prosa, dopo tanti successi meritatamente ottenuti sui palcoscenici lirici internazionali, di Luca Micheletti, baritono, attore, regista, traduttore; artista eclettico<\/p>\n