FERRARA: Il Mercante di Venezia – William Shakespeare, 7 ottobre 2022

By La Redazione|17 Ottobre 2022|Senza categoria|0 comments

IL MERCANTE DI VENEZIA
Di William Shakespeare

Traduzione: Masolino D’Amico

Personaggi e interpreti:

  • Franco Branciaroli: Shylock
  • Piergiorgio Fasolo: Antonio
  • Francesco Migliaccio: Salerio / Doge
  • Emanuele Fortunati: Solanio / Principe di Marocco
  • Stefano Scandaletti: Bassanio
  • Lorenzo Guadalupi: Lorenzo
  • Giulio Cancelli: Graziano / Principe di Aragona
  • Valentina Violo: Porzia
  • Dalila Reas: Nerissa
  • Mauro Malinverno: Lancillotto / Tubal
  • Mersila Sokoli: Jessica

regia e adattamento: Paolo Valerio
scene: Marta Crisolini Malatesta
costumi: Stefano Nicolao
Luci: Gigi Saccomandi
Musiche: Antonio di Pofi
Movimenti di scena: Monica Codena

Produzione: Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro de Gli Incamminati si ringrazia per la collaborazione la professoressa Laura Pelaschiar dell’Università degli Studi di Trieste

Durata: 2 ore più intervallo

 

Teatro Comunale di Ferrara, 7 ottobre 2022


La stagione di prosa apertasi al Teatro Comunale di Ferrara lo scorso venerdì 7 ottobre porta sulla scena tutta la complessità de “Il Mercante di Venezia”. L’opera teatrale del drammaturgo inglese William Shakespeare si pone con un delicato equilibrio tra la tragicità degli eventi narrati e la comicità dei toni con i quali questi vengono presentati dai personaggi sul palco. Del resto lo scrittore elisabettiano prende come soggetto per il suo capolavoro, scritto tra il 1594 e il 1598, una novella de “Il Pecorone” (un genere letterario considerato di basso registro all’epoca) scritta dal nostrano ser Giovanni Fiorentino, epigono del più celebre Giovanni Boccaccio; autore fondamentale per l’avvio della letteratura inglese (si pensi ai “The Canterbury Tales” di Chaucer). Ma se Shakespeare passa alla storia come il grande autore delle grandi storie di Macbeth, Romeo e Giulietta, Amleto e tante altre ancora, il suo più grande apporto è forse quello di autore di personaggi complessi e in costante dialogo con sè stessi e con il mondo circostante. Shakespeare, come giustamente faceva notare il Pirandello, rappresenta la grande cesura tra il personaggio antico (e spesso medievale) e quello moderno. Interpretare un personaggio shakespeariano è perciò particolarmente complicato anche nell’agiatezza della versione tradotta in italiano dell’opera e, arrivando finalmente alla produzione del Centro Teatrale Bresciano, del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, del Teatro de Gli Incamminati portata sul palco estense del Teatro Comunale di Ferrara, tali difficoltà sono state ampiamente superate da un ottimo cast premiato da una meritata standing ovation.
Come spesso accade di un’opera resta impressa un’aria o un monologo particolarmente incisivo. Nel caso de “Il Mercante di Venezia” il monologo certamente più ripreso, citato e travisato è  quello di Shylock. Le sue parole vengono infatti talvolta decontestualizzate e assunte a inno all’uguaglianza tra gli uomini spesso trascurando l’identità del personaggio che le pronuncia. Shylock è si un ebreo vittima delle discriminazioni religiose ma è al tempo stesso un diavolo che vuol ripagare le offese con il sangue, è un uomo avido che deve le sue ricchezze all’usura e che mette il suo patrimonio al pari se non sopra la sua stessa figlia. Nel personaggio di Shylock convivono sia il desiderio di rivalsa su quell’oppressore mondo cristiano nel quale vive sia quello stereotipo dell’ebreo ancora oggi in parte adottato dalla comicità televisiva americana. Una grande nota di merito va dunque al suo interprete, Franco Branciaroli, che ha saputo mostrare ogni sua sfaccettatura ricevendo numerosi e ripetuti applausi da un pubblico entusiasta.
Eccezionale anche l’interpretazione di Porzia ad opera di Valentina Violo che ne ha saputo svelare tanto la frustrante condizione quanto l’astuzia finale. Porzia è infatti la solutrice di tutta la trama; dato notevole se consideriamo che fino a Boccaccio le donne della letteratura non pronunciavano nemmeno discorsi limitandosi a brevi battute. La protagonista femminile di Shakespeare non solo risolve la situazione ma lo fa con strumenti giuridici certamente preclusi alle donne del tardo medioevo (che lo faccia travestendosi da uomo è emblematico).
Non meno degne di nota sono le prestazioni di Giulio Cancelli (nei panni di Graziano e del Principe di Aragona) e di Stefano Scandaletti (Bassiano).
Altrettanto ottimo il lavoro di Mauro Malinverno che ha saputo alternare i ruoli di Tubal e Lancillotto.
Apparentemente il ruolo di Antonio, eponimo dell’opera in questione, è fornito di meno spessore di Shylock e meno spazio di Bassanio (che di fatto la fa da protagonista). Ciononostante, il mercante di Venezia rappresenta quel valore di amicizia indissolubile che è valore fondamentale e ideale nella letteratura medievale. Piergiorgio Fasolo ha ben dipinto quest’immagine con la sua interpretazione.
Ben calati nel proprio ruolo erano anche Francesco Migliaccio (Salerio/Doge), Dalila Reas (Nerissa), Mersila Sokoli (Jessica), Emanuele Fortunati (Solanio/Principe di Marocco) e Lorenzo Guadalupi (Lorenzo).
I costumi di Stefano Nicolao sono curati e ben differenziati al fine di riconoscere facilmente i personaggi in scena. Altrettanto purtroppo non posso dire delle scene stesse, ad opera di Marta Crisolini Malatesta, che avrebbero potuto meglio distinguere il cambio di ambientazione anche con il contributo delle luci di Gigi Saccomandi. Nonostante qualche perplessità sulle coreografie nei cambi di scena e le problematiche appena descritte, la regia di Paolo Valerio può dirsi un successo.

Matteo Cucchi

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